sabato 19 ottobre 2019

Editoriale 19 ottobre 2019

Carissimi amici del Centro Culturale “One Way”,
abbiamo deciso di utilizzare questo strumento per tenerci in contatto, per aiutarci, tra una iniziativa e l’altra, a tenere il filo di un rapporto che negli anni si sta consolidando.
Come sapete, il Centro Culturale “One Way” è parte di una amicizia ideale e operativa iniziata nei primi anni ‘60 a Reggio Emilia dal Prof. Giovanni Riva, ha come riferimento ideale il lavoro culturale che ogni anno, nel mese di agosto, al Passo del Tonale, nell’ambito di una vacanza internazionale, il Tonalestate realizza da ormai vent’anni, è collegato a esperienze analoghe in diverse parti del mondo.
Prendiamo quindi spunto, per la nostra azione che caratterizzerà questo anno sociale, da parole dette in conclusione del Tonalestate 2019, il cui tema è stato “In Die Irae – Hombers Nuevos”: “Se c’è una cosa che il Tonalestate, grazie al suo ideatore, ci ha insegnato è quella di non mettere la parola fine ai lavori di queste giornate e a quanto abbiamo ascoltato e condiviso. Come continuare allora? Prendiamo l’iniziativa, facciamo e diamo al prossimo ciò che vorremmo sia fatto e dato a noi: condividiamo questa umile, ma tenace, umanità nuova. Il Dies Irae, il giorno del giudizio, quello di cui tutti abbiamo bisogno, non è il giudizio di condanna e della minaccia, ma il giorno della libertà in cui una parola ci riveli l’origine e il destino comune a tutti. L’uomo nuovo, gli uomini nuovi, sono coloro che si lasciano plasmare da questa parola e vivono secondo una logica nuova. Una logica iniziata duemila anni orsono, quando, per le strade della Palestina, un uomo si presentò dicendo: sono venuto per servire, non per essere servito”.
Desideriamo dunque collaborare alla felicità di ognuno e a quella sociale, fissando lo sguardo su chi può aiutarci in ciò che sempre è sembrato impossibile, come descritto nella poesia di Giovanni Riva tratta dalla raccolta “E chiamarmi Giovanni”:
“Ci vorrebbe una nuova creazione/ed intanto si grida: scandalo, / si indica a dito colui che si fissa / di essere quell’uomo nuovo. / Lo si sbatte in un angolo / fuori dal mondo e più in là / ci sarebbe solo l’inferno”.
Come farlo? Come collaborare a una realtà positiva? Semplicemente, affidandoci all’evidenza di una consolidata e sempre nuova esperienza di umanità che non sbatte nessuno in un angolo, al dialogo, al confronto, nel rispetto delle differenze, delle belle differenze.
“One Way”: l’unica via è quella dell’umano, quella che insegna, come titolammo l’8 maggio del 2017 l’incontro con Alejandro Solalinde che “Nessun uomo è illegale”.


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