domenica 20 ottobre 2019

Dietro la lavagna - Le parole d’ordine

Il tema è culturale e, dunque, politico. Stiamo forse transitando dalla democrazia (che la nostra Carta costituzionale così mirabilmente descrive e regola) alla cedevolezza? Dall’esercizio dei diritti (oltre che all’osservanza dei doveri) al lasciar fare incondizionato e supino? C’è chi propone di non riconoscere agli anziani il diritto di voto, perché a loro il futuro non desta preoccupazioni, non quanto ai giovani, comunque. Mi preoccupo, dunque voto. E che dire della lotta alle élite politiche fatta attraverso la riduzione del numero dei parlamentari? E’ proprio così, riducendo l’accesso ai luoghi della democrazia, che si creano davvero le élite! E così via, di sciocchezza in sciocchezza, ben urlata, ben trasmessa, si transita, quasi inconsapevolmente, da un sistema, un ordinamento giuridico e civile alla forza (solo istantanea) delle parole d’ordine. Come i porti chiusi, i “li aiutiamo a casa loro”, abbiamo a che fare con slogan, battute, parole vuote che non fanno i conti con la realtà, con le persone. Allora, un suggerimento: anziché seguire le parole d’ordine, proviamo a mettere in ordine le parole e cerchiamo il significato vero di ciò che ascoltiamo e di ciò che, dopo averlo pensato, diciamo.

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