domenica 29 ottobre 2017

Incontro rinviato - Jean Tonglet: "Per i poveri, con i poveri, dai poveri: la sfida di padre Joseph Wresinski"


Per impedimenti imprevisti il relatore non potrà essere in Italia, pertanto l'incontro con Jean Tonglet, programmato per venerdì 3 novembre presso l'Università di Modena e Reggio sarà rinviato ad altra data.


lunedì 23 ottobre 2017

L'arte di educare: 27 ottobre 2017 - Carla Sottanella: "Solo la lingua rende uguali"

Secondo appuntamento del ciclo di incontri L'arte di educare, organizzati da The Great Teachers in collaborazione con il Centro Culturale One Way.
Venerdì 27 ottobre 2017 alle ore 18.30 presso la nuova sede del Centro Culturale One Way in via San Giuseppe 7/A, Carla Sottanella, insegnante di lettere alla scuola secondaria di primo grado "E. Fermi" di Reggio Emilia, terrà la conversazione dal titolo "Solo la lingua rende uguali"


sabato 7 ottobre 2017

Memoria del professor Corrado Corghi

Nel salutare con commozione e gratitudine il professor Corrado Corghi, pubblichiamo uno stralcio dell’intervento che volle fare il 28 aprile 2009 a Palazzo Magnani a Reggio Emilia in occasione della presentazione dell’intervista al professor Giovanni Riva che la Rivista “Religioni e Società” aveva appena pubblicato.
Il professor Corghi aveva insistito perché si raccogliesse la testimonianza del professor Riva sul “Sessantotto, One Way, Reggio Emilia e dintorni”. Lo fece con grande precisione giornalistica e passione storica il professor Arnaldo Nesti nella Rivista che dirigeva.
Le parole dell’amico fedele e del consigliere profondo e attento agli avvenimenti del mondo ci sono state di sprone e di guida anche per il lavoro del Centro Culturale One Way che trae non soltanto il nome ma anche la sorgente viva dell’esperienza iniziata da Giovanni Riva.
Il suo invito e incoraggiamento sono la voce sempre vivente di chi sappiamo avere ancora compagnia nel lavoro.

Non sono mai stato in One Way, ma se mi sono avvicinato a questa realtà è stato perché c’era, in essa, un’esperienza di avanguardia.
Ho sempre guardato con favore le avanguardie. Prima di tutto i giovani. Se un giovane non è “un’avanguardia” è un povero uomo. I giovani possono procedere anche facendo errori perché non sempre le avanguardie sanno, linearmente, guardare lontano, ma i giovani sono avanguardia di per sé. Oggi, in Italia, abbiamo una situazione abbastanza stagnante e ciò è dovuto proprio alla mancanza, nei giovani, della coscienza di dover essere avanguardie, e questo lo si vede sia nei movimenti politici che nella vita sociale.
Ecco perché, in definitiva, One Way mi attrasse ed è ciò che ho sempre pensato di One Way, fin da quando cominciava in Via San Carlo, in quei piccoli locali di una libreria: avevo questa impressione, questa idea, che fossero avanguardie.
Questo è il fatto: One Way ha avuto il privilegio di essere questo, stando dentro la situazione e lavorando con tenacia, stando dentro la situazione sebbene ci siano state molte difficoltà nel far capire che questi giovani si muovevano con l’apertura verso il futuro e verso il nuovo. In seguito si mossero anche in America Latina.
Andare avanti e vedersi in avanti, non avere mai paura di avanzare. Queste sono le avanguardie e questo è ciò che dà sempre più forza. Per questa ragione sono diventati un movimento di opinione, un punto di confronto nella città e fuori di essa, in Italia e fuori dall’Italia, in tante parti del mondo. In questo modo si cresce tutti.
Ecco, questo è stato One Way: questo è stato ed è tutt’ora.